In questo ultimo periodo sembrerebbe che il numero di avvistamenti di foca monaca (Monachus monachus) nel Mar Mediterraneo siano di gran lunga aumentati rispetto agli anni passati.
Ma procediamo con ordine. Credo che tutti conoscano questo fantastico mammifero pinnipede che rappresenta un relitto vivente di antiche faune e che – purtroppo – rappresenta anche una delle specie in via di estinzione più minacciate, soprattutto per le coste italiane in cui si contavano pochissimi esemplari considerandola oramai spacciata (basti pensare che erano stati censiti circa 400 esemplari sparsi tra il Mar Egeo e Mauritania).
Non tutti però si sono dati per vinti, infatti un gruppo di naturalisti ha continuato a lavorare per conoscere meglio questa specie e quindi provvedere alla sua salvaguardia. In particolare il WWF ha effettuato delle ricerche nella Grotta del Bue Marino in Sardegna per approfondirne la conoscenza e tentare di evitare la sua estinzione ritenuta oramai prossima e causata anche dalle azioni di cacciatori, pescatori, per la motonautica e l’eccessivo turismo di massa.
Il gruppo coordinato dal professor Alexandros Karamdalidis (presidente della “Società Ellenica di Protezione della Foca Monaca”) e composto da ricercatori provenienti un po’ da tutto il mondo hanno pubblicato delle ricerche in cui annunciano che attualmente il numero della popolazione di foca monaca tra Grecia, Italia e Croazia è salito a settecento individui. Un risultato che il mondo dei naturalisti attendeva e sperava anche grazie alle previsioni fatte dal Gruppo Foca Monaca e da Emanuele Coppola.
Testo di Emmanuele Occhipinti
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