L’università di Bicocca e l’aula magna piena di studenti per Samantha Cristoforetti. Nell’incontro si parla delle esplorazioni spaziali passate, future e di divulgazione scientifica assieme a Stefano Sandrelli
Milano, 11 maggio – l’Aula Magna dell’Università Bicocca si riempie di studenti per l’evento Space Jump con un grande ospite: Samantha Cristoforetti. Durante l’incontro si è parlato delle esplorazioni spaziali, in particolare quella che vede protagonista l’astronauta nel 23 novembre 2014, nella quale trascorre 199 giorni nello spazio.
E non solo: durante la giornata fa da protagonista anche la divulgazione scientifica in campo astronomico e astrofisico . “Per un astronauta è fondamentale l’interdisciplinarietà ed è altrettanto fondamentale trovare un linguaggio comune per interagire con persone che hanno background molto diversi. L’importante è non chiudersi nel proprio mondo ultra specialistico, ma mantenere la capacità di dialogare anche con chi non ha una preparazione scientifica, altrimenti il rischio è di isolarsi”, ha dichiarato Cristoforetti.
Samantha Cristoforetti nasce a Milano il 26 aprile 1977, ed è un’aviatrice, ingegnere, astronauta militare italiana, prima donna italiana negli equipaggi dell’Agenzia Spaziale Europea. Nel 2014 e 2015 ha trascorso 199 giorni nello spazio, in un singolo volo, con la missione ISS Expedition 42/Expedition 43 Futura: la prima missione di una donna italiana nello spazio. All’interno del programma vi sono esperimenti sulla fisiologia umana e progetti di stampe 3D in assenza di peso, per sperimentare la possibilità di stampare pezzi di ricambio senza dover dipendere dagli invii dalla Terra.
La sua formazione da ingegnere e pilota militare, le ha permesso di partecipare alla selezione come astronauta europea ormai dieci anni fa. Cristoforetti aggiunge: “Le professioni tecnico-scientifiche, inclusa la medicina, e quelle legate all’aviazione sono infatti i tipici bacini di reclutamento per gli astronauti. Allo stesso tempo, questa formazione mista mi ha permesso di affrontare serenamente sia gli aspetti più tecnici, che quelli più operativi del volo spaziale”.
Un altro tema principale trattato nell’evento, organizzato dall’associazione studentesca Red Shift con il Dipartimento di Fisica dell’Università di Milano-Bicocca, in collaborazione con ESA – European Space Agency, è stata la divulgazione scientifica. Stefano Sandrelli, responsabile della Didattica e Divulgazione dell’Ufficio comunicazione dell’INAF (Istituto Nazionale Astrofisica), ha discusso della creazione del sito Avamposto 42 e delle frontiere della divulgazione in campo astronomico e astrofisico.
“La voglia di mettersi in gioco dell’astronauta è fondamentale per la buona riuscita della comunicazione di una missione. Già con Nespoli c’è stato un cambio, ma con Samantha si è cercato di fare un salto in avanti e di comunicare creando un senso di appartenenza anche attraverso la comunicazione con gli utenti. Tutti elementi presenti sul portale Avamposto 42 – Guida galattica per terrestri in missione, che oltre a informazioni di background e sulla missione, permetteva anche di mettersi in contatto con l’astronauta, creando una comunicazione diretta”, ha spiegato Sandrelli. Il ruolo dei social, spiega, “è molto importante, ma non bisogna dimenticarsi che il punto fondamentale è quello di intercettare persone per caso ed esporli alla bellezza e alla profondità concettuale della scienza, cosa che però i social non permettono perché sono interpretativi solo della nostra volontà e del nostro mondo”.
La divulgazione scientifica è quindi di fondamentale importanza, e come aggiunge Samantha Cristoforetti “nella comunità spaziale lavorano le figure professionali più diverse, dagli scienziati, agli ingegneri, ai manager fino a chi si occupa di contratti o comunicazione”. Ogni persona può quindi contribuire in base alle proprie aspirazioni e capacità. Per chi ha competenza, dedizione e umiltà c’è senz’altro posto.
Testo di Sara Biancardi
Foto by Google Images
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