Giancarlo Forasacco ci spiega cosa sono e come sono fatti i Kokedama, piante che non necessitano di un vaso. Quest’arte nasce in Giappone intorno al 1600
I kokedama raccontano di un’arte che viene da lontano, esattamente dal Giappone. Il metodo di coltivazione prevede che le piante siano avvolte in modo omogeneo nell’argilla, terra e muschio. Senza l’utilizzo di alcun vaso le piante vengono immerse nell’acqua. In modo autonomo assorbono l’acqua e, con essa, tutti i nutrimenti di cui hanno bisogno. In questo modo non si rischia di inumidirle troppo o di farle seccare, lasciando che siano loro stesse a prendere ciò di cui hanno bisogno.
Per capire come realizzare un kokedama lo chiediamo a Giancarlo Forasacco, artigiano che utilizza questa tecnica da molti anni.



Come si realizza un Kokedama?
I kokedama sono micro giardini da appendere: poetici ed affascinanti, la realizzazione, seppur semplice, avviene attraverso alcuni accorgimenti e gestualità. Ѐ opportuno un giusto dosaggio tra elementi nutritivi e drenanti. Per coltivarli, le radici della pianta devono essere ben amalgamate nel terriccio e argilla, ed infine avvolte nel muschio. Per poterle bagnare, sarà sufficiente anche una volta a settimana immergere nell’acqua per pochi minuti. Le piante in modo autonomo assumeranno l’acqua e, con essa, tutti i nutrienti do cui hanno bisogno. In questo modo non si rischia di sbagliare, di inumidirle troppo o di farle seccare. I kokedama possono essere appoggiati su un piattino od una ciotola in vetro o in ceramica per decorare qualsiasi ambiente. Possono essere anche appesi a diverse altezze per decorare spazi esterni come porticati e terrazze, creando così dei suggestivi giardini sospesi.



Quando hai iniziato ad appassionarti all’arte dei Kokedama?
“Fin da ragazzo sono rimasto affascinato dall’arte giapponese dei Bonsai”, racconta Giancarlo. Dopo aver studiato, letto libri , visitato mostre, tra cui il famoso museo Crespi bonsai di Parabiago, “mi sono dedicato a questa antica arte per diversi anni. In seguito ho scoperto l’arte del kokedama che in giapponese vuol dire palla di muschio. Essi sono nati come mini bonsai e come piante di accompagnamento ad esse. Per questa tecnica si possono utilizzare qualsiasi tipo di pianta, e questo permette di spaziare con la fantasia e la creatività. Essi sono anche detti bonsai volanti perché possono essere appesi per creare dei bellissimi giardini verticali.



Cosa cambia tra i Bonsai e i Kokedama?
La differenza sostanziale tra i bonsai e i kokedama è che nel kokedama non esiste il vaso ma solo il muschio legato con del filo molto sottile. il muschio oltre ad avere la funzione di decorare permette alla pianta di crescere bene mantenendo la giusta umidità. Per bagnare il kokedama è sufficiente una volta la settimana immergere la pallina di muschio in una ciotola con dell’acqua. Così facendo, la pianta assorbe l’acqua di cui ha bisogno e non si rischia di sbagliare.



Quando hai deciso di intraprendere la strada dell’artigianato?
L’attività di creativo e di grafico pubblicitario mi ha spinto ad intraprendere questa strada di lavori artigianali che porto a conoscenza del pubblico, frequentando mercatini in tante località italiane. Mi dedico ai kokedama da circa 2 anni, ma con passione realizzo da tempo anche opere dipinte ad olio e varietà tecniche. I miei primi lavori, infatti, sono stati delle tavole dipinte ad a tempera che riproducevano dei lavori dei maestri del ‘400. Inoltre, produco artigianalmente gioielli in rame battuto e cesellato, completamente a mano.



Qual’è il significato del Kokedama?
Un kokedama può essere la giusta soluzione non solo per abbellire gli spazi della vostra casa con un tocco zen, ma anche per un’idea regalo sicuramente d’effetto che saprà stupire chiunque. Che sia un messaggio di amore con un garofano rosso o di una vera amicizia con una delicata primula, i vostri kokedama diventano anche messaggeri dei vostri sentimenti.



Testo e foto di Sara Biancardi e Benedetta Serinelli
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