Sara ed Elia sono gli autori di Aspetta e vedrai, un progetto da loro creato che vede protagonista la natura e le vecchie ceramiche
La passione per le cose antiche in Sara nasce più o meno da sempre: assieme a suo marito Elia, è autrice di Aspetta e Vedrai. Questo loro progetto nasce dalla voglia di creare gioielli a partire da vecchie ceramiche. Il loro intento è quello di creare bellezza da qualcosa che altrimenti verrebbe buttato.
Le loro creazioni non si fermano alla ceramica: la collezione Floralia vede infatti protagonisti anche i fiori. Il nome proviene dalla festa di primavera degli antichi romani. Una festa antica, in origine rustica e campestre, che celebrava l’arrivo della bella stagione e il risveglio della natura.Scopriamo insieme la collezione Florialia in questa intervista.
Come nasce la collezione Florialia?
E’ nata nello stesso giardino in cui da piccola raccoglievo e seccavo fiori e foglie con la mia migliore amica per creare erbari e pozioni magiche e maleodoranti. E’ nata mentre ascoltavo la canzone “qui” di Le luci della centrale Elettrica. E per il nome…. Non riuscivo a decidermi quindi ho fatto un piccolo concorso sui social. A chi mi avesse suggerito il nome più bello e più adatto sarebbe andata la primissima collana della serie. Quindi non abbiamo deciso ne io ne lui, ma una ragazza di Reggio Emilia di nome Federica.
Quali sono le principali piante che utilizzi?
Nel corso dei mesi abbiamo visto che ci sono alcune varietà statisticamente molto più apprezzate, cioè la margherita, la lavanda, l’edera, la veronica e la gispophyla. Facciamo in modo di averle sempre a disposizione, poi di tanto in tanto aggiungiamo altre piante o fiori, i papaveri, il tarassaco, la violetta, il pungitopo…



Quali sono i materiali utilizzati per la collezione Floralia?
Foglie e fiori, e vetri di recupero tagliati a misura. La montatura è realizzata con rame, stagno e argento.
In generale, il tuo lavoro mira ad un’utilizzo di materiali sostenibili?
Io credo la totale sostenibilità sia molto molto difficile da raggiungere e anche da dimostrare, in tutti i mestieri. Ma ci si può provare ogni giorno partendo dalle piccolissime cose. Sapere di cosa sono fatti i fumi che si producono e dove vanno a finire. Usare imballi riciclati. Cercare di acquistare quello che non si riesce a produrre da soli da aziende certificate. Ciascuno nel suo piccolo e a suo modo.



Le piante usate nella collezione sono coltivate da te, oppure le prendi in altri luoghi?
Il principio è trasformare i ricordi in gioielli, tirare fuori la bellezza dalle cose piccole, vecchie, a rischio di dimenticanza. Utilizziamo fiori spontanei del nostro giardino e di campo, delle aiuole ai bordi delle strade, i frutti delle nostre passeggiate con cestino al braccio sulle nostre colline. O anche elementi di allestimenti floreali delle cerimonie, dai vari bouquet che si ricevono nelle occasioni speciali. Abbiamo piantato solo un paio di piantine di lavanda, il resto è tutto luce sole e fortuna.
Come avviene la creazione delle collane Floralia?
Per buona parte del lavoro utilizziamo una semplice pressa a microonde, facilmente reperibile online, che permette di pressare e seccare foglie e fiori in pochi secondi mantenendo intatto il colore. Per alcune altre come ad esempio la lavanda invece vale ancora il buon vecchio metodo dei libroni dell’enciclopedia.



Qualche curiosità legata direttamente a Floralia?
Beh, tutte le volte che la mia bimba va in giardino cammina sempre cauta cauta in punta di piedi perchè ha paura di rovinare le margherite che servono per le collane.
Testo e fotografie di Sara Biancardi
Link utili:
Aspetta e vedrai sito online: https://aspettaevedrai.bigcartel.com/Altre interviste: https://www.biomaterra.com/category/interviste/
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