La “rivoluzione verde” compie passi da gigante nella lotta all’inquinamento e uno dei settori che sta cambiando è quello dei trasporti green
Quanto siano allarmanti i dati sull’inquinamento atmosferico ormai ne siamo conoscenza. Ma la “rivoluzione verde” sta prendendo sempre più piede, apportando novità anche verso quello che viene considerato trasporto green.
Il problema
Secondo uno studio del 2018, realizzato da Airvisual, delle 62 capitali di tutto il mondo censite, solo nove hanno registrato medie di PM2,5 al di sotto dei limiti raccomandati dall’OMS. Parte delle cause di questo inquinamento è legato alle attuali fonti di energia comprese quelle per i mezzi di trasporto.
Nuova Delhi è la capitale più inquinata al mondo seguita da Dhaka, in Bangladesh, e Kabul, in Afghanistan. Tutte le città del Medio Oriente e dell’Africa (Kuwait City, Dubai e Manama superano le linee guida OMS di oltre il 500%), il 99% dell’Asia meridionale, il 95% delle città del Sud-Est asiatico e l’89% delle città dell’Asia orientale superano la soglia massima. L’Italia risulta a metà classifica, con livelli medi annui di 14,9 microgrammi di PM2.5 per metro cubo.



Prima soluzione: auto elettriche
Per far fronte a questo problema sono state attuate delle soluzioni, tra cui l’uso delle auto elettriche, incentivando parte del così detto trasporto green. Secondo il report “EV charging equipment market overview” di Navigant Research ci sarà un boom di veicoli elettrici intorno alla metà del 2020.
Questa crescita sarà dovuta a i prezzi delle batterie in discesa, alle tecnologie innovative per la ricarica delle auto (aumento del numero di colonnine di ricarica,contando oltre i 12 milioni di unità entro il 2030), alle politiche governative contro le emissioni inquinanti, all’idea di auto elettriche plugh-in, ovvero automobili ibride elettriche che si ricaricano direttamente dalla rete elettrica domestica ma aventi anche un motore a benzina che ne permette il tragitto quando la ricarica elettrica è finita.
L’invenzione di un auto elettrica in grado di ricaricarsi sfruttando l’energia dell’abitazione è targata Unical; i ricercatori del Dipartimento di ingegneria meccanica, energetica e gestionale hanno creato il modo di mettere in connessione la rete elettrica della casa con quella dell’auto in modo da avere un trasferimento di energia dalla casa all’auto e viceversa. Tutto ciò è reso possibile con il sistema Vehicle to grid(V2G), il quale sfrutta un sistema di micro-reti intelligenti che mette in connessione le case con le auto con questo sistema.



Seconda soluzione: auto a biometano
Una soluzione più recente al problema dell’inquinamento atmosferico dovuto al settore dei trasporti, è l’utilizzo di biometano, prodotto dalla raffinazione del biogas. Il biogas è il prodotto della digestione batterica anaerobica di sostanze organiche: reflui e fanghi fognari, da cui si ricava la maggiore produzione di biogas; reflui zootecnici (letame e liquami); rifiuti alimentari; residui di giardinaggio e orticoltura; colture dedicate(mais); e rifiuti industriali.



Il primato mondiale di produzione di biogas appartiene al Regno Unito, seguito dalla Germania e dall’Italia. Ma quali sono i vantaggi dell’utilizzo del biometano come combustibile per auto? É rinnovabile, riduce dal 75% al 200% le emissioni GHG (emissioni derivate dall’uso domestico), produce meno rumore rispetto al gasolio, possibile soluzione della gestione dei rifiuti.
Tuttavia i “contro” non mancano, tra i quali spicca il problema della riconversione di impianti in altri per la produzione di biometano: “Molto spesso nei ministeri non ci si rende conto che le aziende agricole devono avere del tempo per modificare le matrici che venivano un tempo utilizzate per la produzione elettrica da biogas e che ora devono essere profondamente cambiate per la produzione di biometano”. Commenta così Piero Gattoni, presidente del Consorzio Italiano Biogas (CIB).
L’associazione è convinta che il mercato dei biocarburanti avanzati partirà a breve, dopo aver risolto alcune problematiche: “Il 2020 sarà l’anno della vera partenza”, si è detto fiducioso Gattoni. I primi accenni di questo progetto si vedono già al Nord dove la FRI-EL GREEN POWER ha inaugurato due nuovi impianti in Lombardia, che si aggiungono a quelli già funzionanti a Serminde(MN) e a Dairago (MI). Quindi in tutta Italia sono saranno attivi 13 impianti a biogas, 3 in costruzione e 7 in via di sviluppo, i quali andranno a coprire il fabbisogno energetico di circa 4000 famiglie.
Articolo scritto da Cristina Gioia
Bibliografia:
- “Autoelettriche plug-in:buone notizie sul fronte ricarica”(Elettrico Magazine)
- “Auto elettriche che scambiano energia con le case, un invenzione targata Unical” (News 24.it)
- “Biometano- produzione,utilizzo,aspetti economici e ambientali”( Bionett, Antonio Pavini, comitato termotecnico italiano)
- “ Il mercato del biometano tra grandi potenzialità e momentanei rallentamenti” ( Qualenergia.it)
- “ FRIE-EL GREEN POWER inaugura due nuovi impianti biogas in Lombardia” ( Qualenergia.it)
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