Con l’aumento dell’anidride carbonica ci sono delle conseguenze ambientali significative. Quali sono e a che punto siamo con le emissioni di CO2
Il periodo estivo coincide solitamente con l’aumento di incendi boschivi, appiccati per fare spazio a nuove colture. Come abbiamo visto, il mese di agosto è stato davvero notevole per il numero di aree bruciate. Spesso si tratta di incendi dolosi, siccome difficilmente un incendio può generarsi da solo. Ma cosa succede se aumenta l’anidride carbonica in atmosfera?
Temperature in aumento
È ormai noto che l’aumento della concentrazione di anidride carbonica coincide con l’aumento di temperature. Ma facciamo un passo indietro.
Quando nell’atmosfera entra la radiazione solare, appartenente al raggio del visibile, questa può essere assorbita o riflessa dall’atmosfera stessa e dalla superficie terrestre. A sua volta il Pianeta Terra emette una radiazione che viene chiamata infrarossa, non appartenente al range del visibile.



È qui che entrano in gioco la CO2 e gli altri gas, presenti in atmosfera: trattengono la radiazione infrarossa e la riflettono nuovamente sulla superficie terrestre. Senza anidride carbonica, azoto, metano e altri, non sarebbe possibile avere una temperatura adeguata alla vita sul Pianeta. I gas con capacità di trattenere calore sono chiamati gas serra, mentre il fenomeno effetto serra. Nonostante la presenza di anidride carbonica sia minima in atmosfera (circa lo 0,04%), le sue variazioni svolgono un ruolo fondamentale nell’aumento delle temperature. L’osservatorio del Maula Loa, sull’isola di Hawaii, ha registrato dei valori di anidride carbonica senza precedenti. A settembre 2019, durante il massimo periodo di incendi boschivi, i valori medi furono 408.54 ppm. Si tratta di numeri quasi raddoppiati rispetto all’epoca pre-industriale, quando la concentrazione era circa di 280 ppm. A settembre 2020 il valore fu di 411.52 ppm, mentre nel settembre 2021 di 413.30 ppm.
Emissioni di anidride carbonica
È ormai dimostrato che l’aumento di anidride carbonica in atmosfera è causato un’eccessiva attività antropica. Ma le conferenze di Rio contro il riscaldamento globale e le COP annuali non bastano. Ad oggi sono davvero pochi gli Stati che stanno adottando delle politiche green e rispettose nei confronti dell’ambiente. Grazie al report mensile di Climate Action Tracker è possibile vedere le effettive azioni per ridurre le emissioni di ogni singolo paese.



Come si evince dal grafico, i buoni propositi degli accordi di Parigi sono ancora lontani dal raggiungimento. Tra i paesi sviluppati sicuramente la Russia è criticamente insufficiente. Con le politiche adottate, se tutti i valori di emissioni rimanessero invariati, nel 2030 ci potremmo ritrovare con 4° gradi in più.
La comunità scientifica monitora ormai da anni gli effetti dell’aumento delle temperature a livello globale. Ciò che ora si può dire è che un Pianeta più caldo può avere delle ripercussioni su flora e fauna che non tollerano un clima del genere. Quante prove servono ancora per capire che il cambiamento climatico è reale?






Cresciuta in provincia di Varese e laureata in Biologia ed Ecologia Marina a Genova. Inizio a scrivere articoli per passione e ben presto mi accorgo che è la mia strada. Su Biomaterra scrivo e divulgo (tantissima) scienza. Nel tempo libero mi trovi a fotografare la natura, specie sott’acqua.
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