La circolazione degli oceani è fondamentale per poter studiare i movimenti delle masse d’acqua in mare. Studiando le correnti marine è possibile capire anche le rotte della plastica e di conseguenza la formazione delle isole di plastica.
In precedenza abbiamo visto alcuni fenomeni che riguardano gli oceani tra cui l’acidificazione e le varie normative contro la plastica monouso. Come si può immaginare, la plastica in mare segue la corrente marina, superficiale o profonda. Per questo motivo capire la circolazione degli oceani è fondamentale per capire la dinamica delle masse d’acqua ma soprattutto capire le rotte che segue la plastica.
La circolazione globale degli oceani
È possibile sapere che rotta seguono le plastiche negli oceani? Sì, grazie alle correnti. Esiste una corrente a livello globale chiamata circolazione termoalina. Rappresenta il motore principale, il Nastro Trasportatore delle correnti marine, ed ha un ruolo fondamentale sul clima.



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Occorre sapere che le masse d’acqua sono diverse tra di loro: quelle superficiali sono meno dense, ma c’è una diversità dovuta anche al fattore temperatura. Ad esempio la massa d’acqua più densa e più fredda, la NADW (Nord Atlantic Deep Water), risale verso il polo e si mischia successivamente con il Pacifico e Indiano.
Ed è proprio dall’Atlantico che parte la circolazione termoalina: la corrente del Golfo, nell’Atlantico settentrionale, essendo calda e densa finisce in profondità. Questo effetto tra raffreddamento della zona polare e riscaldamento equatoriale, provoca un flusso di corrente verso il Sud. La corrente arriva fino in Antartide, si dirama tra Pacifico e Indiano per tornare nuovamente ad alimentare la corrente del Golfo.
Studiare il viaggio della plastica in mare
Ed è grazie alla circolazione degli oceani che è possibile studiare il percorso della plastica in mare. Ad oggi sappiamo che i principali vortici marini (gyres in inglese) hanno dato origine alle 5 isole di plastica: due nel Pacifico, due nell’Atlantico e una nell’oceano Indiano. Se vi state chiedendo che cosa accade invece al mar Mediterraneo, qui troviamo più che un’isola una coltre superficiale ricca di frammenti in plastica.
Come si può vedere dall’immagine le isole di plastica si sono formate in prossimità delle zone di convergenza che si originano in presenza del vento. L’acqua calda in superficie della zona equatoriale si mescola con quella fredda del Nord Atlantico, mentre nell’emisfero australe si mischia con quella del Sud Atlantico. Con l’azione del vento la massa calda si mischia con quella fredda dando origine a questi vortici perenni, dove si insedia e si accumula plastica.



Raccogliere la plastica sfruttando le correnti marine
C’è chi è riuscito a studiare queste correnti per capire come far fronte al problema delle plastiche in mare: si chiama Boyan Slat e la sua idea, concepita a solo 18 anni, è riuscita finalmente a diventare realtà. Sfruttando le correnti marine e il vento, si possono convogliare tutti i rifiuti in una struttura galleggiante. L’obiettivo è quello di raccogliere più plastica possibile nella Pacific Trash Vortex, nella zona subtropicale del Nord Pacifico.
La struttura è dovuta rientrare in porto per un guasto tecnico a Gennaio 2019, per ripartire successivamente qualche mese dopo. Il macchinario chiamato Ocean Array Cleanup, è composto da una catena di barriere galleggianti lunghe 2km e posizionate a favore della corrente. Non esistono reti per evitare che qualche animale rimanga intrappolato ed i rifiuti saranno convogliati verso una piattaforma ad imbuto. Una volta al mese verrà raccolto il contenuto della struttura.
Il progetto Ocean Cleanup può rappresentare sicuramente una soluzione contro la lotta alle plastiche in mare. Tuttavia, bisognerebbe eliminare il problema dalla radice. Una migliore gestione dei rifiuti e la completa eliminazione della plastica monouso potrebbero essere delle soluzioni da attuare. Come abbiamo visto in precedenza, l’Unione Europea si sta muovendo per far fronte al problema delle plastiche monouso. Un piccolo passo che sicuramente può portare ad una grande soluzione.
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