La grande prolificità e le migrazioni di massa del roditore artico lemming lo hanno reso protagonista di alcune errate credenze popolari
La primavera è oramai inoltrata e, spesso, lo sguardo è rivolto verso il cielo solcato da decine di rondini e rondoni. Questa azione viene svolta quasi inconsciamente, come se questi volatili viaggiatori esercitassero uno strano incantesimo a cui non è possibile sottrarsi. D’altro canto, viene naturale domandarsi “da dove arrivano?”, “dove vanno nella stagione fredda?”, “cosa li guida?”. Domande inerenti al fenomeno della migrazione che affascinano, come spesso l’uomo è rimasto intrigato dalla figura del viaggiatore. Tuttavia, ci sono migrazioni di massa che sono diventate leggendarie e sulle quali sono stati costruiti dei miti (a volte quasi contemporanei) per via della loro peculiarità. Una di queste è quella dei lemming.
I piccoli roditori artici sono diventati i protagonisti di una delle credenze più strane che si siano diffuse, ovvero quella del suicidio di massa. L’idea è stata sviluppata in seguito ad un fraintendimento generato dalle migrazioni di massa che i lemming effettuano nel momento in cui la loro popolazione raggiunge un tale numero da indurre gli individui a spostarsi alla ricerca di spazi più adatti per vivere. Ma procediamo un passo per volta.
Le migrazioni
Da definizione dell’enciclopedia Treccani, le migrazioni in ambito zoologico sono “spostamenti periodici tra due aree geografiche con diverse caratteristiche ecologiche, grazie ai quali molte specie si assicurano alimento e condizioni di esistenza favorevoli alla conservazione propria e della discendenza“. La definizione poi procede, elencando alcune caratteristiche dei movimenti migratori:
- sono coinvolti tanti individui di una popolazione;
- l’individuo si sposta di propria iniziativa, quindi sono attivi;
- sono direzionali;
Diverso è il così detto “comportamento erratico“. Quest’ultimo è riferito allo spostamento continuo in diverse direzioni di alcuni animali in base alla presenza o meno di risorse dell’ambiente. Inoltre, non sono da considerare migrazioni anche gli spostamenti passivi provocati, ad esempio, dalle correnti degli oceani, dei fiumi o persino dell’aria. I motivi che possono spingere una popolazione al migrare possono essere diversi, come ad esempio la ricerca di fonti di cibo, e possono avere finalità riproduttive. Tra queste ultime, sono molto seguite quelle degli anfibi (soprattutto di rospi, come il Bufo bufo, Bufotes viridis e Bufotes balearicus) che, con l’arrivo della bella stagione, si dirigono verso le aree umide per la deposizione delle uova (purtroppo durante il tragitto molti individui periscono a causa delle attività dell’uomo).
Il mito del lemming
Il nostro protagonista è un piccolo mammifero appartenente alla famiglia dei Cricetidi (dai 7 ai 15 cm con coda molto breve). Come molti roditori, il lemming è molto prolifico e questa sua caratteristica lo ha agevolato nella sopravvivenza nella tundra artica. Sono diffusi nelle zone settentrionali dell’Europa, dell’Asia e dell’America, di certo non rinomate per le loro temperature miti. Motivo per cui il lemming ha bisogno di altre “dotazioni” per sopravvivere all’ambiente artico, come le zampe corte coperte di pelo e le unghie resistenti. Tuttavia, la prolificità è l’elemento che rimane maggiormente impresso nella mente, soprattutto per via del mito del suicidio di massa correlato al lemming.
Secondo alcune credenze popolari, il lemming effettua migrazioni destinate a concludersi con la morte della maggior parte degli individui attraverso la caduta da burroni e annegamenti in corsi d’acqua. La realtà è che tale destino non è scelto intenzionalmente ma è la conseguenza dell’incontro indesiderato con i predatori o l’esaurimento delle energie durante gli spostamenti (soprattutto in acqua). Infatti, quando la popolazione di lemming cresce a dismisura per via della loro prolificità, gli individui si spostano alla ricerca di nuove risorse per sopravvivere. Il gran numero di individui che partecipano alla migrazione aumenta le possibilità di sopravvivenza della popolazione in quanto tale ma, allo stesso tempo, fanno lievitare il numero di lemming predati o deceduti perché esausti. Per questo motivo, la percezione è quella che i roditori si sono avventurati verso un triste destino.
Fonti
- “Atlante degli animali – L’orso bianco e gli animali del grande nord” (Corriere della Sera, vol.4);
- “Senza confini. Le straordinarie storie degli animali migratori” di Francesca Buoninconti (Codice Edizioni);
- https://www.ilpost.it/2012/11/27/suicidio-massa-lemming/
- Enciclopedia Treccani;
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