Le oloturie, o cetrioli di mare, sono minacciate dalla pesca, spesso abusiva. Tuttavia, esistono delle normative a livello internazionale per la loro salvaguardia e tutela.
Conosciute con il nome di “cetrioli di mare“, le oloturie sono degli organismi minacciati dalla pesca abusiva che, in alcuni casi, sfocia nel disastro ambientale. Come abbiamo visto, le oloturie svolgono un ruolo cruciale nell’ecologia degli ecosistemi acquatici, trattandosi di organismi detritivori e sospensivori. Esitono delle leggi che le tutelano?



Oloturia mediterranea (Holothuria tubulosa) all’Acquario di Genova. / @Sara Biancardi
Cosa dice la legge italiana
Nel Mar Mediterraneo le specie più diffuse di oloturie sono 6, tra cui ricordiamo l’ Holoturia polii e l’ Holoturia tubulusa. Nelle acque non sottoposte a tutela da parte del Corpo Forestale dello Stato si possono prelevare fino ad un massimo di 5 kg, al fine di evitare un eccessivo sfruttamento di queste specie.
Recentemente, il Circolo di Legambiente di Manduria (TA) ha richiesto l‘adozione di misure urgenti in materia di difesa degli oloturoidei. A livello nazionale, sulla base delle evidenze scientifiche rilevate dall’Istituto per l’ambiente Marino Costiero di Taranto, si evidenzia il ruolo positivo svolto dalle oloturie e le conseguenze negative legate ad una loro pesca indiscriminata e sregolata. Un esempio? La perdita della bioturbazione dei sedimenti, nonché effetti legati al riciclo dei composti azotati e alla biorimediazione della componente batterica.
Nella legge italiana, l’ articolo 1 del Decreto del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali n. 156 del 27/06/2018 vieta la pesca, la detenzione a bordo di imbarcazioni, ed il trasporto delle specie appartenenti alla famiglia Holoturiidae, in vigore fino alla data del 31/12/2020. Per quanto riguarda la normativa comunitaria, per giungere ad una adeguata tutela delle oloturie nell’Unione Europea, si applica il principio di precauzione. In tal modo è possibile regolare il prelievo di oloturie destinato ai mercati extraeuropei, un settore in continua espansione. L’applicazione è svolta ai sensi dell’art. 174 del Trattato di Amsterdam (1997), che ha modificato l’art. 130R del trattato di Maastricht (1992).
La convenzione C.I.T.E.S.
Il commercio di specie di flora e fauna minacciate d‘estinzione è regolamentato, a livello internazionale, dalla celebre «Convenzione Internazionale delle specie minacciate d’estinzione», meglio nota come C. I. T. E. S. («Convention on International Trade of Endangered Species»). Il trattato, stipulato a Washington nel 1973 è entrato a far parte della normativa italiana con la legge n. 150/1992. Si compone di 3 allegati dove sono elencati:
- Le specie animali e vegetali il cui commercio è strettamente proibito;
- Specie il cui commercio è autorizzato mediante specifica certificazione;
- Tutte le specie endemiche il cui commercio è regolato in modo specifico da singoli paesi firmatari.
Nel corso del 18° incontro della Conferenza delle parti, svoltosi a Colombo (Sri Lanka) dal 23 Maggio al 9 Giugno 2019, è stata avanzata la proposta, da parte di 6 Stati firmatari della Convenzione di inserire nel secondo allegato delle C.I.T.E.S. 3 specie di Oloturie. Queste sono appartenenti al sotto genere «Microthele»: Holoturia fuscogiva, Holoturia whitmaei e Holoturia nobilis. Gli stati firmatari sono, invece, Unione Europea, Stati Uniti d’America, Kenya, Senegal e Seychelles.



Alcune specie di Holoturia menzionate nella C.I.T.E.S.
La regolamentazione della pesca a livello mondiale
Lo scopo di questa proposta è di regolamentare la pesca e il commercio di queste specie, diffuso soprattutto nel bacino del Golfo Persico, del Mar Rosso, dell’ Oceano Indiano e dell’ Oceano Pacifico. Una drastica diminuzione del numero degli esemplari in questione comporta danni irreversibili all‘ecosistema marino.



Le oloturie sono vendute davvero a prezzi folli: le cifre oscillano tre i 10 e i 600 dollari al chilo
Gli stati che, ad oggi, hanno appoggiato tale proposta di inserimento sono: Kenya, Seychelles, Filippine, Cile e Cambogia, e Regno di Tonga. Quest’ultimo, si è solamente limitato a fornire delle informazioni sul commercio e sullo status di queste specie nella sua area. Infine, tutti gli altri stati partecipanti all‘incontro non hanno mostrato particolare interesse verso la questione, né hanno preso una posizione definita a riguardo.
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