Il 2 febbraio ricorre la Giornata Mondiale delle Zone Umide per ricordare la firma della Convenzione di Ramsar, uno strumento adottato dai Paesi firmatari per tutelare questi incredibili ecosistemi.
Non mi sono troppo curato di stagni e paludi in adolescenza. Consideravo questi ecosistemi come qualcosa di “temporaneo”, pieno di animali interessanti ma abbastanza fastidiosi, come le zanzare. Ma sono queste tra le caratteristiche che rendono le zone umide uniche e affascinanti. Un fascino che ho iniziato ad apprezzare frequentandole. Sì, perché solo superando lo stereotipo “dell’ecosistema paludoso” e vedendolo dal vivo che si capiscono le meraviglie di questa natura.
Per questo motivo, in occasione della Giornata Mondiale delle Zone Umide (il 2 febbraio), sono contento di poter scrivere di stagni, paludi e di tutti quegli ambienti in cui l’acqua abbraccia la terra, effimeri, ma ricchi di biodiversità.
Provincia di Varese | © Sara Biancardi
Innanzitutto, cosa sono le zone umide?
Con questo termine ci si riferisce a quelle aree in cui l’elemento dell’acqua gioca un ruolo fondamentale. Infatti, è proprio l’acqua a essere la prima caratteristica che contraddistingue questi ecosistemi. La seconda componente, come riporta Oikos (che si occupa di gestione della fauna e realizza progetti di sostenibilità ambientale), è la presenza di una ricca vegetazione acquatica.
Andando nel dettaglio, stiamo parlando di prati umidi, paludi, torbiere e aree inondate. Queste possono essere naturali o artificiali, permanenti o temporanee, con acque ferme o in movimento, dolci o salate. Infine, tra le zone umide rientrano anche quelle con acqua di mare, ma la profondità con la bassa marea non deve superare i sei metri.
Provincia di Varese | © Emmanuele Occhipinti
La Giornata Mondiale delle Zone Umide
Il 2 febbraio si celebra la firma della Convenzione di Ramsar (1971). Quest’ultima ha permesso di identificare le più importanti aree umide a livello internazionale. Si parla di ecosistemi ad alta biodiversità che sono – tanto per cambiare – in pericolo. Nell’ultimo secolo, in Europa, il 90% delle aree umide è scomparso e l’Italia registra uno dei primati negativi in quanto ne ha perso il 66%.
I motivi per cui sono in pericolo sono principalmente riconducibili alla perdita di habitat, inquinamento, drenaggio e introduzione di specie aliene. «Dal 1950 la perdita di habitat procede a un ritmo mai verificatosi prima nella storia a causa di urbanizzazione e agricoltura – si legge sulla spiegazione di Oikos – Foreste, zone umide e altri ambienti naturali hanno lasciato spazio a strade, palazzi, campi coltivati. Insieme a loro abbiamo perso servizi essenziali, come l’immagazzinamento d’acqua, la protezione da alluvioni e inondazioni».
Provincia di Varese | © Emmanuele Occhipinti
Perdita di biodiversità
Preoccupa anche la perdita di vegetazione e di fauna. “Una delle più grandi minacce per la biodiversità a livello mondiale è l’immissione da parte dell’uomo, volontaria o involontaria, di specie aliene invasive nell’ambiente – spiega l’associazione che si occupa di ambiente – Queste, infatti, entrano in competizione con le specie autoctone e ne mettono a repentaglio la conservazione“.
Poco confortanti sono anche i dati riportati da ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale). Infatti, questi ultimi registrano che il 40% degli habitat acquatici e delle specie sono in uno stato di conservazione definito “inadeguato”; il 19% “cattivo” e l’11% “sconosciuto”. Infine, solo il 29% è “favorevole”.
Provincia di Varese | © Sara Biancardi
Il valore delle zone umide
Le zone umide hanno un ruolo fondamentale innanzitutto per quanto riguarda la sopravvivenza di molte specie viventi (alcune vivono solo in questi ambienti). Pur essendo il più delle volte di piccole dimensioni, hanno un’elevata biodiversità biologica.
In aggiunta, vi sono anche ulteriori vantaggi: assorbono e incamerano il carbonio in atmosfera, mitigando gli effetti negativi dei cambiamenti climatici. Inoltre, le zone umide contribuiscono a regolare il ciclo dell’acqua. Rappresentano quindi un elemento per la difesa del suolo e per garantire l’acqua potabile per tutti. Infine, sono anche ambienti accessibili dall’uomo, che ne può beneficiare dal punto di vista psico-fisico con passeggiate in mezzo alle meraviglie della natura.
Provincia di Varese | © Sara Biancardi
Fonti:
- https://www.minambiente.it/pagina/elenco-delle-zone-umide
- https://www.wwf.it/ambiente/zone_umide/
- https://www.istituto-oikos.org/files/download/2018/zone_umide.pdf
- https://natura.legambiente.it/le-zone-umide/#:~:text=Essa%20definisce%20le%20%E2%80%9Czone%20umide,non%20superi%20i%206%20m.
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