Rane e rospi si risvegliano dal sonno invernale ed iniziano la migrazione verso le aree di deposizione delle uova. Ecco quali sono gli anfibi che si possono incontrare nel Varesotto.
La temperatura inizia a diventare più mite. Le ore di luce aumentano. Segni inconfondibili del fatto che, oramai, l’inverno sta volgendo al termine e la primavera fa capolino, con timidezza. Ma la nuova stagione non è l’unica a tornare a farsi viva. Infatti, è giunto anche il periodo in cui rane, rospi ed altri anfibi si risvegliano dal loro letargo e si avventurano verso i siti di deposizione delle uova.
Ebbene sì, il termine “avventurano” è proprio corretto, poiché i pericoli che questi piccoli anfibi incontrano lungo il tragitto sono tanti, uno dei quali è il pericolo di essere investiti dalle tante strade che tagliano le aree verdi.
Sos rospi
Per questo motivo – per evitare che gli anfibi facciano da macabra moquette all’asfalto -, ci sono diverse associazioni che operano al fine di tutelare gli individui che cercano di raggiungere le aree umide. Ad esempio, in Provincia di Varese sono molto attive le delegazioni locali della Lipu e di Legambiente che, insieme ad altre realtà territoriali e agli enti stessi (parchi e Comuni), mettono in campo azioni per evitare gli incidenti fatali per gli anfibi, sia incentivando la realizzazione di corridoi ecologici e barriere che dirigano gli animali su appositi passaggi sicuri, che direttamente spostandoli fisicamente (azione che tra l’altro permette anche di raccogliere dati sul campo sulla salute della popolazione delle specie osservate).
Si pensi che nel periodo tra febbraio e aprile dell’anno scorso, il nefasto 2020, nel Comune di Luvinate (sempre nel Varesotto, terra di laghi, paludi e corsi d’acqua incorniciati dalle montagne) sono stati salvati più di 350 esemplari di rospo comune (Bufo bufo).
La migrazione degli anfibi
Come ho anticipato, con l’arrivo della primavera e l’aumento delle temperature (qualche grado sopra lo zero), per gli anfibi è ora che suoni la sveglia. Rospi, rane e tritoni si spostano dai rifugi in cui hanno trascorso l’inverno per raggiungere i luoghi di deposizione delle uova. Il tragitto può essere anche parecchio lungo, anche qualche chilometro. E se è un massacro questa migrazione, lo è anche al ritorno. Tuttavia, in quest’ultimo caso, è meno appariscente perché è più irregolare.
Giusto per dare qualche numero. Nel libro “Flora, fauna e altre vite“, si legge che: “Dal 1993 al 2019, tra i Comuni di Cassano Valcuvia e di Mesenzana, le Guardie Ecologiche Volontarie hanno tratto in salvo più di 70mila animali“. Fortunatamente, dopo una decrescita spaventosa della popolazione del rospo comune in quest’area, a partire dal 2010 circa, il numero è tornato a crescere. Complici sono le azioni dei volontari e la realizzazione di interventi mirati. Uno di questi è la realizzazione di stagni artificiali che permettono e di sottopassaggi fissi che permettono agli anfibi di transitare sotto le strade.
Rana dalmatina, rospo comune, pelobate fosco insubrico ed altri anfibi
In realtà, anche se il sottotitolo promette altri animali, questi tre sono quelli principali su cui focalizzerei l’attenzione. I primi due perché sono quelli forse più semplici che si possono incontrare nel Varesotto. Il terzo perché invece è una specie endemica, quindi la si trova solo in questa provincia di laghi e fiumi. La rana dalmatina può essere osservata con ottime probabilità da marzo ad aprile. Per via del suo colore bruno-rossiccio, è inserita nel gruppo delle “rane rosse“. Ha zampe molto lunghe che la rendono un’eccellente saltatrice. Al contrario del rospo comune. Lo riconosciamo anche per via delle due ghiandole (paratoidi) poste dietro agli occhi che secernono una sostanza velenosa utile contro la predazione.
Arriviamo quindi ad uno dei miei preferiti: il pelobate fosco insubrico (Pelobates fuscus insubricus). Il mio primo incontro con questo anfibio l’ho avuto durante un’escursione del corso di guida naturalistica. Presso le Paludi di Arsago Seprio ci fu spiegato che nel Varesotto – e nello specifico dove eravamo in quel preciso momento – era presente questa particolare specie di anfibio endemica. E’ un animale con abitudini fossorie, quindi è solito rintanarsi sotto terra (ha degli speroni sulle zampe che lo aiutano nello scavo) e si distingue facilmente dal rospo per via degli occhi. Infatti, mentre il Bufo bufo ha le pupille orizzontali, il Pelobates le ha verticali.
Inoltre, nel Parco del Ticino sono state registrate dieci specie di anfibi (in Lombardia sono una ventina circa). Oltre alle tre già viste (rospo comune, rana agile – o dalmatina – e pelobate fosco insubrico), troviamo:
- tritone punteggiato;
- tritone crestato;
- rospo smeraldino;
- raganella italiana;
- rana di Lataste;
- rana verde;
- salamandra pezzata;
Sono animali fantastici. A loro modo delicati e allo stesso tempo resilienti. Hanno qualcosa di ancestrale, di misterioso, legato alla terra d’acqua, di boschi e di montagne in cui vivono. Una magia naturale tutta da ammirare. Ma per farlo, bisogna anche tutelarla.
Fonti:
- Flora, fauna e altre vite;
- www.parcoticino.it
- varese-selvatica.it
- lipu-varese
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