I cambiamenti climatici influiscono sulla vita delle piante ritardando l’arrivo dell’autunno e il fenomeno del foliage.
“Winter is coming“. Tutti gli organismi viventi che vivono nelle fasce climatiche temperate devono fare i conti con l’arrivo del freddo. Prima che giunga il grande inverno, però, la natura ha il tempo di prepararsi durante l’autunno. In questa incredibile stagione si verifica un fenomeno affascinante che colora i nostri boschi: il foliage.
Cosa è il foliage d’autunno
Il foliage è un fenomeno naturale che avviene ogni anno in autunno. Consiste nel cambio di colore delle foglie ed è il processo che precede la spoliazione (la caduta delle foglie). Questo avvenimento riguarda tutte le specie vegetali caducifoglie, cioè che perdono le foglie durante la stagione più fredda dell’anno.
Il foliage è ben conosciuto da chi ha la fortuna di camminare lungo i meravigliosi viali alberati cittadini o ha la possibilità di osservare un bosco in autunno. Eppure, anche il fenomeno del foliage non è scontato ed esiste il rischio concreto di non vederlo più.
Le conseguenze dei cambiamenti climatici: lo studio sul foliage
Il pianeta Terra è un sistema complesso in cui i suoi elementi, organici ed inorganici, interagiscono tra loro. Negli ultimi anni, i cambiamenti climatici stanno ritardando alcuni eventi come l’ingiallimento e la caduta autunnale delle foglie. La causa dello slittamento temporale di questo fenomeno è stata individuata nella riduzione della velocità dei venti. Infatti, questi ultimi preservano l’umidità del terreno prolungando così il periodo vegetativo, cioè la stagione in cui la pianta ha le foglie e si sviluppa.
Lo hanno dimostrato gli scienziati del gruppo di ricerca guidato da Chaoyang Wu dell’Accademia cinese delle scienze. I ricercatori hanno osservato i cambiamenti della copertura vegetale registrati nell’arco di tempo compreso tra il 1982 e il 2015 in diverse località sopra i 50° di latitudine nell’emisfero nord. Nei 34 anni di ricerca sono state effettuate 183.448 osservazioni fenologiche in 2.400 siti e le osservazioni effettuate sul campo sono state integrate a quelle satellitari. In questo modo sono stati valutati i tempi con cui le foglie invecchiano e cadono dai rami. Successivamente gli scienziati hanno confrontato i dati con le informazioni relative a meteo, temperatura, precipitazioni, copertura delle nuvole e velocità dei venti.
La ricerca ha verificato come il ritardo del foliage e il prolungamento della stagione vegetativa hanno importanti conseguenze sulla capacità delle piante di assorbire l’anidride carbonica atmosferica. Il ritardo di ingiallimento e caduta delle foglie potrebbe peggiorare con l’aumento delle emissioni antropiche di CO2.
Nuovi patogeni
I cambiamenti climatici influiscono sulle piante anche in modi che mai ci aspetteremmo. Ad esempio, lo studio intitolato “Alcuni aspetti epidemiologici di nuove malattie fogliari di orticole da foglia” di Maria Lodovica Gullino, Giovanna Gilardi e Angelo Garibaldi mostra gli effetti di alcune nuove malattie che mettono a rischio le piante in Italia.
Lo studio sopracitato dell’Università di Torino spiega come i cambiamenti di temperatura e umidità favoriscano gli attacchi da parte di alcuni funghi: Fusarium equiseti sulla lattuga e la rucola selvatica, Myrothecium verrucaria sullo spinacio, Myrothecium roridum sulla valerianella e Allophoma tropica sempre sulla lattuga. I primi tre patogeni sono tipici dei climi tropicali. L’innalzamento delle temperature conseguenti ai cambiamenti climatici in atto sono tra i fattori responsabili della diffusione di questi nuovi parassiti.
Rispondi