Il Natale si avvicina e anche sott’acqua iniziano i preparativi per le feste natalizie. Eccone quattro esempi
L’atmosfera natalizia comincia ad avvolgere le case di ognuno di noi. Come da tradizione, in questo periodo ci si impegna abbellendo la casa con addobbi di tutti i tipi. Ma lo sapevate che sott’acqua per certi versi è sempre Natale? Esistono, infatti, organismi e fenomeni naturali che si richiamano le usanze di questo periodo, ma sono sempre presenti tutto l’anno. Vediamone insieme quattro esempi qui di seguito.
1. Spirobranchus giganteus, il verme albero di Natale
Ormai è risaputo: Babbo Natale è un campione di endurance su slitta, ma che sia un esperto subacqueo forse un po’ meno. Ancor meno, forse, si sa che anche sott’acqua ci sono gli alberi di Natale. Non parliamo di vegetali, ma di animali. Nello specifico di anellidi chiamati “vermi albero di Natale” (Spirobranchus giganteus) appartenenti alla famiglia Serpulidae.
A differenza degli anellidi più noti, i facente parte di questa famiglia biocostruiscono un tubo calcareo che aderisce al substrato duro. Questo si nota su mitili, barche, ma anche reperti storici come antiche anfore inabissate (Bertolino e Ferranti, 2018) dentro il quale trovano riparo. In questo caso, S. giganteus costruisce il suo tubo all’interno dello scheletro delle madrepore.



@Nhobgood Nick Hobgood
All’esterno del tubo vengono esposte delle corone branchiali che ricordano delle piume, disposte come un vero e proprio alberello di Natale, da cui il nome. Attraverso queste piume filtrano gli organismi planctonici di cui si nutrono, pronti a ritirarle rapidamente all’interno del tubo nel caso in cui venga percepito uno strano movimento.
Il miglior corriere del mondo poteva mica farsi scappare qualche albero, no?
2. Alpheus randalli, il gamberetto bastoncino di zucchero
È capitato a tutti di vedere nei mercatini natalizi o nei classici film americani di Natale gli iconici bastoncini di zucchero a strisce bianche e rosse. Quanto sarebbe strano trovarsene uno sott’acqua, con chele, antenne e zampette? Alpheus randalli, noto in inglese come candy cane shrimp per l’appunto, è un gamberetto che vive in simbiosi con un piccolo pesce appartenente alla famiglia Gobiidae, il ghiozzo (Albert&Dora Banner, 1980).



@Giuliano Basile
Il gamberetto scava diverse gallerie che saranno la tana sia per lui sia per il coinquilino dotato di pinne che, in cambio, gli garantirà protezione. L’Alpheus randalli, infatti, non ha una buona vista e si affida completamente ai comportamenti del ghiozzo per percepire un eventuale pericolo: quando entrambi sono al di fuori della galleria, il gamberetto mantiene un contatto fisico con l’amico, attraverso le sue antenne. Nel caso in cui il ghiozzo inizi ad agitarsi, il gamberetto si ritirerà scattando nella sua tana.
Inquilino e addobbo allo stesso tempo, curioso vero?
3. Anomia sp., la cosiddetta Jingle shells
Nel creare la giusta atmosfera natalizia, una dolce parte è occupata dai suoni e dalle canzoni che arrivano ovunque ce ne sia la possibilità: a casa, al centro commerciale, per strada, in spiaggia! Sì, anche in alcune spiagge è possibile sentire (non solo a Natale) un dolce scampanellio. Esso è generato da quel che resta di organismi invertebrati, nello specifico molluschi bivalvi.



@iNaturalistNZ
Le conchiglie di Anomia sp. appaiono generalmente sottili, dalle forme irregolari e con l’interno madreperlaceo; a differenza di quanto ci si possa aspettare, risultano resistenti a diverse sollecitazioni. Vengono chiamate “jingle shells” per il tintinnio che producono quando, ammucchiate fra di loro, sbattono l’un l’altra smosse dalle onde sulla battigia o dalle mani di qualche curioso (Stearns, 1897).
Come faceva la canzone? “Jingle shells, jingle shells, jingle all the way”.
4. Marine snow, la neve marina
Pensando al Natale sicuramente a una buona parte di noi (che siamo nell’emisfero boreale) salterà in mente il tepore della casa mentre fuori fa da padrone il freddo e probabilmente anche la neve. Se quest’ultima è prerogativa dei mesi freddi e solo di alcuni luoghi, in fondo al mare invece è una costante.



@Hen Jan Hoving/GEOMAR
La neve marina è costituita da materia organica di vario genere che precipita dagli strati superficiali fino a quelli più profondi. Si tratta di piccoli fiocchi di almeno 0,5 mm di diametro. La sua funzione è fondamentale per due motivi. Il primo riguarda il trasporto di cibo negli strati più profondi, dove è impossibile la fotosintesi, mentre il secondo riguarda il sequestro di carbonio a livello del fondale marino. L’accumulo di neve marina rappresenta il più grande serbatoio di carbonio sulla terra e contribuisce a diminuire la quantità di anidride carbonica disponibile, tamponando quelli che sono gli effetti di questo gas serra in atmosfera.
Non ci resta che augurarvi Merry Christmas and happy new sea a tutti!
Link utili
Nelle profondità marine si nascondono altre strane creature che in pochi hanno visto e conoscono. Leggi il nostro articolo per scoprirli!
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Bibliografia
- Banner, Albert H. & Dora M. Banner (1980). “Contributions to the knowledge of the alpheid shrimp of the Pacific Ocean. Part XIX. On Alpheus randalli, a new species of the Edwardsii group found living in association with a gobiid fish” . Pacific Science. 34 (4): 401–405.
- Bertolino M. e Ferranti M.O., Pinneggiando nei mari italiani, Atalante della flora e della fauna, 2018. ISBN 978-88-203-8558-3. Hoepli editore
- Stearns, R. E. C. (1897). Quarter-jacks and jingles. The Nautilus. 11(4): pp.39., available online at https://www.biodiversitylibrary.org/page/1774612
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