Lettere tra due mari: due sorelle vogliono riunirsi nella primordiale Panthalassa e il riscaldamento globale rende tutto più facile.
Titolo: Lettere tra due mari
Autrice: Siri Ranva Hjelm Jacobsen
Casa editrice: Iperborea
Anno: 2021



Lettere tra due mari / © Marica Di Pietro
La comprensione spesso avviene con un cambio di prospettiva. E questo è esattamente ciò che accade nel libretto Lettere tra due mari. La visione antropocentrica viene abbandonata a beneficio dei mari che intrattengono una corrispondenza epistolare raccontando il loro di punto di vista.
Atlantica e Mediterranea sono due sorelle separate dalla terra che si scambiano nelle lettere confidenze, ricordi e progetti. Il piano è quello di riunirsi in un «unico specchio», come fu in principio. La felice distesa d’acqua che erano un tempo, prima che la terra sollevandosi la squarciasse in tanti rivoli confluiti in tanti mari, tante sorelle.
Atlantica lo ricorda alla luce dei suoi centottanta milioni di anni. È la più vecchia dei due mari, burbera e indifferente alle creature della terra, dimentica del dolore provato quando la terra spuntò rossa come una pustola. Mediterranea è una «sciocca pozzanghera», ha solo cinque milioni di anni «con le coste alla gola» e adora quando i baccelli delle creature (le imbarcazioni) la attraversano, ma non è felice quando la riempiono «di cose estranee e inanimate».
L’allusione alle plastiche è solo uno dei temi. Tra le metafore che si avvicendano nelle lettere compaiono incendi che illuminano le coste, patine oleose e baccelli sprofondati in acqua con tutte le creature.
La personificazione dei mari è un escamotage narrativo: l’uomo diventa così il tassello di un ecosistema naturale che troverà la maniera di rigenerarsi con o senza di lui. Se il piano delle sorelle è quello di riunirsi nella primordiale Panthalassa, il riscaldamento globale indotto dall’uomo rende certo tutto più facile.
La sorella Artica è pronta, Atlantica pregusta la felicità di quando «fitte foreste ricresceranno» in loro, Mediterranea, invece, è troppo giovane per ricordare «il primo mare, la sua memoria» e il piano le sembra un’assurdità. «Potremo dimenticare? Le creature, tutto?» si chiede «Dove si poseranno gli uccelli?»
Ecco che la questione emersa da Lettere tra due mari non è distruggere o essere distrutti, bensì preservare perché un ecosistema non è l’uno o l’altro quanto piuttosto un equilibrio inviolabile.
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