La biodiversità degli anfibi sta subendo un drastico collasso causato dalla combinazione di malattie fungine e cambiamenti climatici.
Nei primi anni 90 in Australia e in America latina, la morte di migliaia e migliaia di anfibi, in particolare rane, scatenò un grande allarme nella comunità scientifica. Il misterioso assassino venne individuato dagli scienziati nel 1998. Si trattava di Batrachochytrium dendrobatidis, un fungo che vive sulla pelle delle rane e che le fa ammalare.
Una volta attecchito sulla superficie degli animali, il fungo attacca la pelle impedendone di regolare correttamente i livelli di sale e acqua. Questo causa uno squilibrio osmotico che proibisce alle cellule di lavorare, ed induce così la morte dell’animale. Nella giornata mondiale delle rane e degli anfibi dedichiamo questo articolo a loro, per porre luce su una tematica molto importante.
Centinaia di specie di anfibi in pericolo
La malattia si è espansa così velocemente da portare al declino, e in alcuni casi all’estinzione, di oltre 500 specie di anfibi in tutto il globo. Secondo uno studio pubblicato su Science, il fungo avrebbe avuto origine in Asia e si sarebbe propagato nei primi anni del XX secolo nel resto del mondo anche a causa del commercio internazionale di anfibi, grazie al quale il fungo starebbe ancora oggi continuando a muoversi attraverso i continenti.
Il grilletto del cambiamento climatico
Le cause di questa crisi ecologica sembrano però avere radici più profonde. Come disse Alan Pounds, ecologo in Costa Rica, «la malattia è il proiettile che sta uccidendo le rane, ma è il cambiamento climatico che sta premendo il grilletto». Pounds, assieme alla sua squadra di scienziati e in accordo con l’IPPC, ha dimostrato che l’estinzione di massa delle rane sulle montagne del Costa Rica è sì associata al fungo patogeno, ma è anche intrinsecamente legata al riscaldamento globale.
Il riscaldamento generalizzato ha portato a una maggiore evaporazione delle acque della zona e a un conseguente aumento della copertura nuvolosa. Ciò ha ridotto la perdita di calore del terreno di notte e limitato l’irraggiamento solare di giorno. Ne è conseguito che le temperature in molte località dell’altopiano sono diventate idonee per la crescita e la diffusione di Batrachochytrium sp., aumentando così anche le epidemie tra gli anfibi.
Altre minacce all’orizzonte
Oltre a questi effetti indiretti, l’innalzamento delle temperature globali ha ripercussioni dirette sulla sopravvivenza degli anfibi. Infatti, questi ultimi sono animali a sangue freddo e all’aumentare della temperatura esterna incrementano la quantità di acqua che evapora attraverso la pelle. Un fenomeno che li aiuta ad abbassare la temperatura corporea. Per questo, gli anfibi hanno bisogno di rimanere idratati per rimanere freschi. Tuttavia, periodi di forte caldo prolungato possono portare a un’eccessiva evaporazione di acqua, con effetti gravi sulla sopravvivenza dell’animale.
Tuttavia, non c’è solo il cambiamento climatico. La pelle porosa degli anfibi li rende molto più sensibili alle tossine, spesso di fonte antropica, che si trovano nell’ambiente. Inoltre, cementificazione e deforestazione riducono giorno dopo giorno le aree umide idonee alla vita di questi animali, ma di questo argomento ne abbiamo parlato in un altro articolo.
Perché le epidemie diffuse tra gli anfibi riguardano anche noi
Chiedersi a cosa servono gli anfibi è una domanda forviante, in quanto posta dal punto di vista di utilità per l’uomo. Nei loro ecosistemi, gli anfibi influenzano le popolazioni di altre specie svolgendo ruoli essenziali sia di preda sia di predatore. Sono una importante fonte di cibo per serpenti, pesci, uccelli e mammiferi.
D’altra parte, si nutrono anche di vegetali, invertebrati e vertebrati, regolando il numero di insetti nocivi per l’uomo compresi quelli che danneggiano i raccolti o diffondono le malattie. Per questi motivi, il rapido declino delle popolazioni di tritoni, rane e altri anfibi è un tema che ci tocca direttamente e che ci deve far riflettere sull’imminente necessità di salvaguardia di queste specie.
Testo di Elena Guidi.
Fonti
- Skin-eating fungus is mighty species slayer. Matthew Warren. Nature. 2019
- Recent Asian origin of chytrid fungi causing global amphibian declines. SJ O’hanlon et. al. Science, 2018
- Amphibian fungal panzootic causes catastrophic and ongoing loss of biodiversity. Scheele, B. C. et al. Science 363, 1459–1463 (2019).
- Widespread amphibian extinctions from epidemic disease driven by global warming. PoundsJ.A., et al. Nature, 439. 161 – 167 (2006).
- Water loss and temperature interact to compound amphibian vulnerability to climate change. Lertzman‐Lepofsky, GF, Kissel, AM, Sinervo, B, Palen, WJ. 2020. Global Change Biology. 26: 4868– 4879.
- https://www.nationalgeographic.com/animals/article/more-amphibians-at-extinction-risk-than-thought
- https://www.fws.gov/ecological-services/highlights/04222015.html
- https://www.awe.gov.au/sites/default/files/documents/c-disease_1.pdf
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