The End of the Line è un documentario di Rupert Murray che vuole porre in luce un problema che riguarda tutti noi: la sovrapesca. Vediamo nel particolare di che cosa si tratta.
Titolo: The End of the Line
Regia: Rupert Murray
Genere: documentario scientifico
Nel 2009 esce The End of the Line, il documentario sulla pesca. Nato da un’idea di Rupert Murray, il tema principale è la sovrapesca: gli stock ittici globali sono diminuiti e rischiamo di esaurire completamente gli oceani. Eccovi la mia personale recensione del documentario, disponibile su Waterbear, e un motivo per guardarlo attentamente.
La sovrapesca
The End of the Line parla chiarissimo: gli oceani si stanno svuotando. E non si tratta di motivi naturali. Negli anni, con l’attività di pesca, l’uomo ha modificato gli stock ittici, ognuno dei quali definiti come sub popolazione di una specie di organismi destinati al commercio. Infatti, stando ai dati statistici, dal 1950 lo stock mondiale di pesce è diminuito del 90%. Se non lo portiamo ai valori di equilibrio, potremmo non avere più pesce. Il documentario vuole porre in luce la tematica della sovrapesca (overfishing) di molte specie, quali il merluzzo (Gadus morhua), il pesce spada (Xiphias gladius) o il salmone (Salmo salar).
Quando l’attività di pesca non garantisce a un determinato stock ittico di crescere e riprodursi, si arriva al fenomeno dell’overfishing. Si catturano quantità enormi di pesce senza seguire gli equilibri ecosistemici. Lo scenario descritto è tipico della pesca intensiva che porta gravi danni all’ecosistema. Tale pesca industriale veloce utilizza imbarcazioni imponenti che portano molto profitto, ma allo stesso tempo impoveriscono gli oceani. Non a caso, l’ultimo report del The Guardian descrive come la rete a strascico industriale sia in grado di emettere una quantità elevatissima di emissioni di CO2, pari a 1 miliardo di tonnellate ogni anno. Togliendo queste risorse, in cima alle catene alimentari degli oceani, rischiamo il collasso di interi ecosistemi.
Perché guardare il documentario
Se desiderate approfondire il mondo della pesca, questo documentario vi darà una panoramica generale sul tema. The End of the Line fornisce le giuste fonti scientifiche: il regista, Ruper Murray, ha infatti intervistato gli scienziati della biologia della pesca, la branca che si occupa dello studio delle specie ittiche commerciali e gli impatti ecologici dovuti alla pesca. Nel documentario è presente anche un gruppo di giornalisti reportistici effettua un’indagine sui ristoranti per verificare alcune informazioni. I reporter chiedono ai ristoratori se siano a conoscenze della vulnerabilità delle specie che vendono. Molte specie ittiche, come quelle descritte prima, si stanno esaurendo nei nostri mari, ma questo non è risaputo dai tanti, forse troppi, ristoratori.
Se stavate cercando un motivo per guardare questo documentario, sappiate che potrà darvi un’idea reale e concreta sul mondo della pesca. Anche le riprese sono straordinarie: le camere di Ruper Murray riprendono l’interno delle reti da pesca, come se fossimo dei pesci. Le scene di vita quotidiana e cruda dei pescatori ci fanno immergere, nel vero senso della parola, nella loro realtà. Possiamo immaginare un mondo senza pesci? La risposta l’avrete guardando questo documentario.
Se vi piacerebbe approfondire il mondo della pesca, noi di Biomaterra siamo sempre sul pezzo: su Instagram potete seguire la nostra rubrica “Di rete in rete” in cui analizziamo dal punto di vista scientifico le reti da pesca e la loro sostenibilità.
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