Slowtourism vs overtourism: la filosofia del viaggio lento prende piede e fa passare di moda il turismo di massa.
Tornare a contatto con la natura, abbandonare i ritmi frenetici, immergersi in un bagno di ecosostenibilità. Sono questi i valori impugnati dai sostenitori del cosiddetto slowtourism, nato a contrastare il suo opposto overtourism, muovendosi sulla falsariga del movimento Slow Food, che da anni invoca il recupero delle ricette locali da preferire al fast food.
Il meccanismo è lo stesso: lo slowtourism si presenta come un alternativo approccio di viaggio al turismo di massa, quello che ha deturpato intere città ma persino luoghi naturali e isole.
Una situazione oramai nota
Il sovraffollamento turistico non è certo una novità. Città come Barcellona, Dubrovnik, e come Venezia (per non andare troppo lontano), sono diventate dei veri e propri casi emblematici del fenomeno conosciuto come “overtourism”. Ma il congestionamento urbano tanto odiato dagli abitanti del luogo non è l’unico svantaggio a pesare sulla bilancia, perché a risentirne in prima linea è l’ambiente. Infatti, l’inquinamento provocato da mezzi come aerei o navi da crociera non è un mistero. Il traffico aereo, infatti, è causa in tutto il mondo i circa il 7% degli effetti climatici di origine antropica. Per non parlare di deforestazioni e improvvise colate di cemento al fine di costruire strutture ricettive.
Esempi di overtourism e i danni sull’ambiente
Ma facciamo degli esempi. Tra i più noti si annovera il caso di Maya Bay in Tailandia. La spiaggia resa nota dal film The Beach, dove primo attore è Leonardo Di Caprio, è stata chiusa al pubblico nel tentativo di sanare anni di inquinamento scellerato. L’80% delle barriere coralline è stato violato in maniera irreparabile per via dell’afflusso incontrollato di turisti, per gli ancoraggi delle imbarcazioni e gli scarichi degli hotel. A repentaglio c’è un intero ecosistema naturale già in affanno per il surriscaldamento globale.
E che dire dell’Everest? Viene definita “la discarica più alta al mondo” per la quantità di rifiuti che ricoprono estese aree della vetta più ambita da tutti gli scalatori del pianeta. Sul versante cinese gli accessi sono limitati, su quello nepalese si chiede di riportare a valle i rifiuti per supportare le operazioni di pulizia. Rifiuti di ogni sorta: imbracature, bombole, tende, zaini abbondano in quantità smisurate.
Esiste ancora l’overtourism?
Nonostante le azioni di sanamento, l’overtourism è ancora una piaga del turismo internazionale. Si è chiuso un occhio per troppo tempo guardando al turismo in termini di numeri più che di qualità. Al netto dei danni provocati, non cambiano le condizioni che inducono i viaggiatori a gettarsi tra le braccia dell’overtourism. Ferie accumulate negli stessi periodi dell’anno, voli low cost, mete inflazionate da non poter perdere. Il tamtam sui social fa il resto: spesso ci si reca in un luogo a caccia della foto perfetta.
L’alternativa: slowtourism
Una vera e propria soluzione non esiste. Esiste però un’alternativa valida. Si chiama turismo lento, slowtourism, e negli ultimi anni è diventato un vero e proprio trend. Vuoi perché l’emergenza sanitaria ha bloccato i confini, vuoi perché il cambiamento climatico non è più una preoccupazione dei soli ambientalisti ma un problema di tutti, in molti hanno scelto vacanze a contatto con la natura lontani dalle grandi concentrazioni turistiche.
Lo slowtourism è una modalità di viaggio sostenibile dove ogni dettaglio è pensato nel pieno rispetto dell’ambiente. Il suo punto forza è nel trasporto: in treno, in bici, a piedi non solo si preserva il patrimonio ambientale ma si apprezza la bellezza del luogo in maniera autentica e genuina valorizzando angoli di mondo inesplorati.
Attenzione, però, che lo slowtourism non diventi una calamita tanto attrattiva da generare un afflusso di viaggiatori tale da tradursi in overtourism. Un paradosso che non è una previsione infondata se pensiamo a itinerari a piedi come il Cammino di Santiago, oberato negli ultimi chilometri di viandanti. Ecco che preferire il turismo di prossimità alla scoperta delle bellezze locali può contribuire a scampare il pericolo!
Non c’è bisogno di salire sulla vetta più alta o bagnarsi nelle acque più cristalline perché ogni luogo è un tesoro e magari è proprio lì di fianco a noi.
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